PIATTAFORMA_G
Hide and Reveal di Francesco Ferrari
Esplora un’estetica ispirata all’ambiguità fra il mostrarsi e il nascondersi, un linguaggio scenico in linea con una poetica del corpo intima e viscerale, fatta di frizioni e spiegamenti, dove l’esporsi allo sguardo dell’Altro coesista con una dimensione privata. L’interazione con la webcam di un pc collegato ad un proiettore esterno, rende il rapporto con il pubblico indiretto, orientando l’attenzione verso un occhio artificiale, con la scelta di quali dettagli svelare o nascondere, quali strati della stessa realtà mostrare o lasciare all’immaginazione.
Hide and Reveal si inserisce in un contesto in cui il confine tra reale e virtuale si fa sempre più sottile e dove il concetto di ‘trasparenza’ permea il discorso sulla libertà d’informazione.
Un forte riferimento teorico, tra gli altri, è proprio “La società della Trasparenza”, dove Byung Chul Han afferma che all’ iper visibilità manca ogni negatività del nascosto, dell’ inacessibile e del segreto. In questo senso, Hide and Reveal mira proprio a ricercare il piacere dello svelamento, della segretezza.
Nell’era della società del positivo in cui si tende al divoramento immediato delle cose, Hide and Reveal si sviluppa secondo le logiche di un tempo contemplativo e poetico, in contrasto con la pornografia delle immagini proiettate, intesa come ‘contatto immediato tra immagine e occhio’ dove ‘tutto è rivolto all’esterno, svelato, denudato, svestito ed esposto’.
quando il tempo ha soffiato di Maria Combi
Una melodia.
Parole proiettate nell’aria vuota di un palcoscenico vuoto disegnano immagini di
tenera malinconia, immagini che vengono poi materializzate dalla fisicità di un corpo
in movimento.
Un corpo che si muove nel silenzio.
Un corpo che si muove nella voce.
Un corpo che si muove con la voce.
Un corpo che muove la voce, finché non è la voce stessa a muovere il corpo.
se il canto è un soffio allora lo posso seguire, lo rincorro col mio corpo
Se la mia voce è un vento, può trasportare il mio corpo, e tutti i miei segreti sono
tracciati dal suono di un movimento che scivola etereo, per sempre impresso
nell’impalpabilità del tempo.
Le parole che canto sono tratte da una raccolta di poesie brevi, scritti inediti
realizzati nel corso degli anni durante fasi e stati diversi, che pur condividono
tutti lo stesso nucleo: un terreno comune di amore, corpo e malinconia.
Phasmatodea di Mattia Peruzzo
I fasmidi sono degli insetti che assomigliano a rami, foglie e cortecce. Sono esseri capaci di un mimetismo straordinario, così abili da confondersi con l’ambiente circostante da diventarne
parte integrante. I loro gesti e i loro movimenti ondulatori simulano le foglie e i rami mossi dal vento. Riescono a stare in pose di stasi per diverse ore, infatti la loro tecnica mimetica consiste in questo, nel rimanere immobili, e fingersi morti anziché scappare dal predatore. Per queste diverse ragioni si spiega il loro nome, FASMIDI, FANTASMI…
BIGLIETTI intera giornata del festival
€ 10 – 5 (ridotto allievi e dance card) | Per prenotare il tuo posto, invia una mail a info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione NAOpf giornata 7 Dicembre” , indicando il tuo nome/cognome e il numero di biglietti