T.A.Z – Temporary Autonomous Zone
in collaborazione con Artichoke
Palco aperto alle proposte emergenti!
dalle ore 19.00 presso DiDstudio
PRIMA PROPOSTA
Improvvisazione delle allieve del Liceo Coreutico Pina Bausch – Danzando i colori
Danzatrici -Rebecca Amico, Sofia Bianchessi, Gaia Cecilia Buono, Alicia Dias, Letizia Lo Cicero, Marta Madera, Giulia Maino, Nicole Matula, Sara Merrone, Delilah Nalon, Greta Paladina, Aurora, Pasquali, Matilda Salmoiraghi, Aurora Maria Rosaria Sanguedolce, Elisa Trombin.
Ognuno di noi vuole essere originale, infatti non cogliamo di ogni colorazione la stessa tonalità, ma le sue diverse sfumature.
Ogni colore, con l’eccezione di quelli primari, è formato dall’ unione di uno o più colori… partendo da questo principio abbiamo sperimentato il contatto tra corpi danzanti…Come mi comporterei se fossi assenza di colori? E se, al contrario, fossi tutti i colori?
durata 10 minuti
SECONDA PROPOSTA
Improvvisazione WHAT DO WE DO – IMPROVVISAZIONE – Artichoke
Danzatrici: Valentina Citterio, Fiorile Di Stasi, Beatrice Guastalla
È un’improvvisazione che trae spunto dalle ricerche personali delle tre danzatrici intorno all’esigenza di muoversi entrando ed uscendo da schemi cari all’improvvisazione: la relazione con l’altro e con lo spazio, il senso del gioco, la possibilitá di creare e smontare strutture.
Durata: 10 minuti circa
TERZA PROPOSTA
Improvvisazione VOGLIAMO SOLO FUTURI INVEROSIMILI (Studio per un possibile trio) – Artichoke
Danzatrici: Valentina Citterio, Fiorile Di Stasi, Beatrice Guastalla
“Vogliamo solo futuri inverosimili” nasce dalla ricerca in movimento di tre giovani allieve al secondo anno di studio del percorso in formazione in danza contemporanea Artichoke.
Il lavoro parte da una ricerca del tutto personale sull’urgenza di trovare un segno nel corpo che racconti la danza come una forza, un impulso quasi primitivo, che cerca di slegarsi da qualsiasi forma, per viaggiare in modo autentico nel corpo e nello spazio.
Nella ricerca i risultati singoli e anche l’esplorazione “privata” di ogni danzatrice hanno portato ad un terreno comune in cui poter riconoscere delle affinità semantiche: nei corpi esigenti, a volte impigliati nel loro stesso muoversi e altre desiderosi di lasciarsi andare ad uno spazio e tempo indefinito, insicuro, dove provare a trovare una relazione.